Alphons Mucha a Milano

A MILANO UNA MOSTRA DI GRANDE LIVELLO E RAFFINATEZZA

ALFONS MUCHA E LE ATMOSFERE ART NOUVEAU

Per il 14 marzo la Domus Picturae, che organizza gli Incontri con l’Arte, ha programmato una visita alla mostra di Alfons Mucha, allestita a Palazzo Reale di Milano, nella incomparabile cornice delle Sale neoclassiche. Il professor Mauri ha guidato il gruppo dei visitatori iscritti all’iniziativa.

Mucha è un artista ceco che vive a cavallo fra Ottocento e Novecento e diviene il maggior rappresentante dell’Art Nouveau, che in Italia prese il nome di Stile Floreale o Liberty. Siamo dunque nella Belle Époque, laboratorio della modernità, così facilmente riconoscibile in arte per le sue linee sinuose ed orientaleggianti, per la ricchezza e la raffinatezza dei dettagli, per la costante presenza della figura femminile, dei fiori e di alcuni elementi zoomorfi. La retrospettiva di questo artista conta oltre 150 opere tra affiches, stampe, oggetti e disegni, provenienti da collezioni private, musei e dalla Richard Fuxa Foundation, che possiede quasi tutti i manifesti realizzati dal Nostro. Mancano i suoi dipinti in quanto essi rappresentano un aspetto diverso dell’Artista. Egli infatti fu un appassionato nazionalista che ad un certo punto della sua vita sentì l’esigenza di dedicarsi a “un’opera più utile”, che celebrasse il popolo slavo nella sua storia e nelle sue lotte. Lasciò perciò Parigi, dove successo e lavoro erano assicurati, per rendere omaggio ai suoi compatrioti e alla loro anima, dipingendo in venti anni venti grandi tele (8 metri per 6) sull’epopea slava.  Se la sua pittura rimane nell’ambito della tradizione della pittura tonale, con particolare sensibilità alla luce, i suoi manifesti sono una espressione decisamente personale e quasi unica per la straordinaria capacita del segno che rimane elegante e sensibile, pur nel suo evidenziarsi tramite uno spessore marcato. Un segno continuo, senza interruzioni, che rivela puntualmente il senso del volume delle figure.

L’allestimento milanese comprende cinque sezioni: il teatro, la vita quotidiana, la donna liberty, documents décoratifs, bestiario dell’art nouveau.

In teatro Mucha collaborò a lungo con la compagnia di Sarah Bernhardt per cui creò la sua prima opera importante, il manifesto per la pièce Gismonda, che lo rese immediatamente famoso. Ad esso seguirono numerosi altri che ritraggono la bellissima attrice con grande abilità e sensibilità.

I manifesti che concernono la vita quotidiana spaziano nei campi più svariati, comprendendo anche  la collaborazione con molte ditte alimentari, di biscotti, cioccolata, champagne, birra e liquori. Né mancano le insegne per i negozi.

Per quanto riguarda le donne, esse sono l’essenza stessa dell’art nouveau che parte dall’armonia e dalla bellezza dell’arte classica e rinascimentale. Esse, sempre sinuose, eleganti ed adorne di preziosi gioielli, rappresentano il piacere di vivere e la fiducia nel progresso, ottimismo che sarà tragicamente smentito dallo scoppio della prima guerra mondiale.

Documents décoratifs è il titolo di una raccolta di 72 tavole che Mucha pubblicò nel 1902 e che dimostra come il liberty possa riguardare anche mobili, arredi, carte da parati, gioielli, vetrate. Abbiamo infatti in mostra i mobili di Carlo Bugatti, le ceramiche di Galileo Chini, i vetri di Émile Gallé, i ferri battuti di Alessandro Mazzucotelli e creazioni di altri svariati artigiani.

Infine il bestiario dell’art nouveau fa riferimento ancora una volta ad animali dalle forme morbide e dai colori vivaci, soprattutto il pavone che, con la sua eleganza, ben s’intona con la raffinatezza dell’espressività del momento.

Marina Napoletano

Abolizione dei servi della gleba in Russia, 1914

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