PALAZZO ARESE BORROMEO (3

CORTILE D’ONORE 

Corrado Mauri

Tornando in piazza Esedra si entra nel Cortile d’onore, dove riscontriamo sempre la semplicità architettonica, solo alla base delle finestre sono presenti delle sottili mensoline in pietra. Il cortile si caratterizza per la presenza di due portici, uno d’ingresso ed uno opposto verso il giardino. I pilastri che sostengono gli archi a tutto sesto sono caratterizzati da manicotti in granito, riprendendo il motivo dei due pilastri di apertura di piazza Esedra, conservando così la continuità e omogeneità. I manicotti rivestono anche la parte interna ed esterna degli archi, determinando il senso di solidità della struttura portante, che viene, poi, come contraddetta dal fatto che nelle pareti interne del portale la ripresa dei pilastri non è in granito, ma semplicemente dipinta riproducendo ad imitazione la pietra.  Si evita la ridondanza di un gioco chiaroscurale e di rilievo, semplificando ove non necessario e confermando la ricerca di rigore e semplicità.

L’elemento che caratterizza il cortile sul piano architettonico è la splendida Loggia, anche questa ben lontana dal suggerire possibili aspetti barocchi. Si presenta a tre doppie campate con colonne doriche. La sua eleganza ed il rapporto armonico delle sue misure, sin dalla prima volta che la osservai, mi suggerì immediatamente il portico dell’Ospedale degli Innocenti del Brunelleschi a Firenze: armonia e misura rinascimentali. Infatti, nel 2014-5 abbiamo avuto a Palazzo degli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Architettura del Politecnico di Milano, che hanno eseguito i rilievi architettonici di buona parte dell’edificio e mi hanno confermato come, in particolare nel cortile e loggia è usata la “sezione aurea” nei rapporti proporzionali, la misura, appunto, tipicamente rinascimentale.

La Loggia si presenta al piano nobile, unico caso in Lombardia, ed in tal senso gli esempi genovesi sono un possibile riferimento. Tanto che per la sua costruzione si fa il nome dell’architetto Francesco Castelli, che ha stretti rapporti con ambienti liguri. A questo proposito va sottolineato come non abbiamo ancora il nome di un architetto progettista per il Palazzo, ma si ipotizzano i nomi di Gerolamo Quadrio, Francesco Castelli, Carlo Buzzi (progetta a Cesano l’Oratorio della Beata Vergine del Transito e dal 1658 lavora, su commissione di Bartolomeo III, al Santuario di S. Pietro Martire a Seveso), Giovanni Ambrogio Pessina, la sua partecipazione è documentata nel cantiere[1]. È ipotizzabile, considerando la personalità e le esigenze di Bartolomeo III, una stretta collaborazione o comunque interventi a carattere di collegialità delle personalità e altri, su menzionati.

Riferendomi ancora all’affresco, parete nord, che riproduce il nostro Palazzo nella Sala del Castello, riscontriamo, in esso, come l’ala est, quella con la loggia, è totalmente mancante, e la parte frontale con l’ingresso è priva della sopraelevazione del grande salone del piano nobile. Ciò conferma che la Loggia è stata aggiunta in un momento successivo al lato di facciata, che è riferibile al 1658 circa.

[1] M. Rebosio, “Questo dipende dalla resolutione et gusto di Vostra Signoria Illustrissima, però la resolutione è di mestiere …” La relazione del 1658 dell’ingegnere architetto collegiato Giovanni Ambrogio Pessina sullo stato dei lavori nel palazzo di Bartolomeo III Arese in Cesano, in “Quaderni di Palazzo Arese Borromeo”, Anno II/N°. 1, Maggio 2009

Questa aggiunta successiva, permette di chiudere il cortile, e consente di percorrere le sale interne in sequenza senza interruzione. Inoltre, onde avere un equilibrio ed un rapporto armonico delle altezze dei tetti,  si è provveduto ad alzare il salone di facciata, onde bilanciare, appunto, le altezze dei due lati opposti, d’ingresso e della Loggia.  Nel lato loggia troviamo, inoltre, modalità stilistiche diverse rispetto al resto del Palazzo, rimarcando, così, tempi costruttivi diversi, la presenza intorno a porte e finestre di elementi decorativi in arenaria e in rilievo, sopra di esse ci sono nicchie con decorazioni in stucco, all’interno delle quali abbiamo una serie di busti che ritraggono gli imperatori romani. Anche qui rileggiamo la volontà di riproporre un preciso legame con la storia antica, che riscontreremo poi soprattutto negli affreschi.

  

Una particolarità interessante è la presenza sulla parete nord, all’altezza del secondo piano, e sulla parete est, a sinistra della Loggia e tra le due finestre, di due meridiane, che segnano il tempo con due diverse incidenze della luce. L’attenzione alle ore, al segnare il tempo che passa è uno dei temi sui quali ritorna costantemente il nostro Bartolomeo.